(1)Frontespizio dei lavori presentati all’Accademia delle Scienze di Vienna
(2)Frontespizio dei lavori presentati all’Accademia delle Scienze di Vienna
Mappa della sponda del lago presso la rocca di Riva del Garda dove fu collocato il limnografo dal 6 novembre 1902 al 1° agosto 1903. La posizione dello strumento è indicata L1.
Esempio di tracciato del limnografo sul modulo cartaceo: si noti il brusco cambiamento della traccia in corrispondenza dell’arrivo dell’Ora
I primi studi sull’Ora del Garda e i venti del Tirolo
Il 14 Maggio 1908 Albert presenta all’Accademia delle Scienze di Vienna una memoria dal titolo “Le oscillazioni del livello del Lago di Garda a Riva”, seguita, circa un anno dopo, il 28 Aprile 1909, da un’altra su “Venti di monte e di valle nel Tirolo meridionale”.Sono le prime analisi sistematiche, basate su misure e teorie scientifiche, dei venti di brezza in queste valli e dei loro effetti sui livelli del lago. Qui compare per la prima volta, in ambito scientifico, la denominazione “Ora” per il vento che dal Lago di Garda risale le Valli del Basso Sarca e dei Laghi.
I dati provengono da un «limnografo» (dal greco lymnos = lago e grafo = scrivo) installato a Riva del Garda dal 6 novembre 1902 al 1° agosto 1903.
Il limnografo registra su modulo cartaceo le oscillazioni rilevate da un galleggiante posto sulla superficie del lago. Attraverso opportuni cinematismi le oscillazioni vengono amplificate, cosicché anche piccole oscillazioni (onde) dell'acqua appaiono nei grafici come forti disturbi dell'andamento regolare e pulito della traccia. L’improvviso irrompere dell'Ora produce un forte moto ondoso, che si manifesta attraverso un improvviso ampliarsi delle linee nel grafico. Questa amplificazione del tracciato è così chiara che da essa si può ricavare l'inizio del moto ondoso e quindi dell'Ora con una precisione dell’ordine dei minuti.
Con venti di intensità crescente il moto ondoso diviene anch'esso più intenso e la conseguenza è che il pennino del limnografo traccia archi molto ampi in intervalli molto brevi ricoprendo quasi totalmente la striscia di registrazione con tratti ampi e molto ravvicinati tra loro. L'ampiezza dell’oscillazione del pennino può essere assunta quasi proporzionale all'intensità del vento e così quasi ogni striscia di registrazione fornisce l'intero sviluppo dell'Ora, dal momento che registrando l'intensità delle onde riporta contemporaneamente quella del vento. Pertanto, il limnografo, che serve principalmente a registrare le sesse del Lago di Garda, funziona ugualmente bene come anemometro.
Una tabella riassume i dati delle osservazioni. Ogni riga corrisponde a una giornata, indicata dalla data riportata nella prima colonna. La seconda e la terza colonna riportano rispettivamente l’orario d’inizio (Anfang) e di fine (Ende) dell’Ora, come rilevato dal limnografo. Nella colonna «oscillazione» (Schwankung) è riportata la massima oscillazione del pennino rilevata durante l'intero sviluppo dell'Ora per un dato giorno, che fornisce un'approssimazione per l'intensità del vento di valle in quello stesso giorno. Infine nelle tre colonne accanto sono riportate le tre osservazioni anemometriche (alle ore 7, 14 e 21), ossia la direzione di provenienza del vento (Windrichtung) e l’intensità del vento (Windstärke), rilevate alla stazione meteorologica di Riva per quel giorno.
Dopo aver calcolato e sottoposto ad un'attenta discussione i gradienti di pressione atmosferica che causano i venti periodici di monte e di valle in Tirolo meridionale, l’Autore discute l'andamento dei venti nella regione in base alle registrazioni delle stazioni meteorologiche. Le stazioni utilizzate per questo scopo sono Gries presso Bolzano, San Michele, Trento, Ala, Riva del Garda e San Lorenzo. In una mappa allegata all’articolo fornisce la posizione di queste stazioni nella Val d'Adige e nelle Giudicarie.
L’autore osserva che le masse d'aria che fluiscono verso i monti dalla Pianura Padana seguono soprattutto queste vie, da un lato lungo la Val d'Adige sopra Ala e Trento, dall'altro sopra il Lago di Garda, la Valle del Sarca e lungo le Giudicarie superiori, fino a quando i flussi d'aria si incontrano nuovamente presso San Michele e proseguono insieme verso nord e verso la conca di Bolzano. Di particolare valore è la stazione di San Lorenzo, che fornisce l'andamento dei venti in uno strato d'aria superiore, su un versante della Valle del Sarca ad una quota di 600 m.
Qualche passaggio in italia
Nel lungo elenco delle importanti pubblicazioni di Albert Defant compaiono prevalentemente articoli in tedesco o in inglese, ma troviamo anche qualche lavoro in italiano, motivato da conferenze tenute durante visite a istituti universitari o di ricerca in Italia. In particolare si segnala l’articolo su «Scilla e Cariddi e le correnti di marea nello Stretto di Messina» comparso sulla rivista Geofisica Pura e Applicata nel 1940.
L’articolo esamina con notevole competenza il sistema, tenendo conto degli studi precedenti e del contesto geografico e idrodinamico, la particolarità dell’interazione fra maree proprie delle masse d’acqua dello Stretto con gli impulsi che le due masse d’acqua ricevono dai due mari, Jonio e Tirreno.
Un secondo articolo, apparso nel 1957 negli Annali dell’Istituto Navale di Napoli, riporta i contenuti di una conferenza tenuta dal professore durante una visita all’Istituto nel novembre 1957. L’argomento dell’articolo è il problema della Corrente del Golfo, che viene esaminato nel suo sviluppo storico, a partire dalle prime ipotesi avanzate già da Benjamin Franklin nel 1770, alla luce delle successive esplorazioni oceanografiche e degli sviluppi concettuali dell’idrodinamica delle correnti oceaniche.