Una veduta storica dell’abitato di Terlago (Biblioteca Comunale di Trento, Progetto CATINA)
I fratelli Defant: da sinistra a destra Albert (Trento 12.07.1884 – Innsbruck 24.12.1974), Maria Elisabeth (Trento10.02.1890-Merano 1963), Franco (Trento 18.6.1883 - Milano ca. 1963) e Josef (Trento 12.7.1886 - Bregenz ca .1970). (per gentile concessone della famiglia Defant)
Giuseppe Natale Defant Terlago 25 dicembre 1852 - Merano 5 gennaio 1932 (per gentile concessone della famiglia Defant)
Le origini
Le origini della famiglia Defant sono profondamente radicate nella località di Terlago, in Valle dei Laghi a ovest di Trento (sulla via che conduce verso le Giudicarie e il Lago di Garda), dove questo cognome è ancora molto diffuso.
Qui nacque, il 25 Dicembre 1854, Giuseppe Natale Defant, il padre di Albert. Insegnò per vent’anni nella scuola, cinque a Fiume in Istria e quindici a Trento, nell’I. R. Ginnasio, oggi Liceo Classico «G. Prati».
Nel 1899 fu promosso Ispettore scolastico per il Tirolo (che comprendeva anche gli attuali Alto Adige e Trentino) con sede a Innsbruck, e là dovette trasferirsi con tutta la famiglia. Oltre che docente, fu anche un attivissimo compilatore di testi scolastici.
Curò quattro volumi delle Prose e poesie moderne per i ginnasi italiani d'Austria, tradusse e adattò la Grammatica greca del Curtius e gli Esercizi greci dello Schenkl, e un’edizione commentata del De Bello Gallico di Giulio Cesare.
Si occupò anche della lingua italiana nelle scuole primarie: compose un sillabario e libri di lettura per le cinque classi delle scuole elementari, che ebbero vasta diffusione in tutte le scuole di lingua italiana dell’Impero. Nel 1881 Giuseppe Natale sposò Maria Weith, originaria di Wilten, un villaggio vicino a Innsbruck. La famiglia si stabilì a Trento, dove nacquero, in rapida successione, Franco (1883), Albert (1884), Josef (1886) e Maria Elisabeth (1890). Maria Elisabeth, soprannominata affettuosamente «Midl», si prenderà cura dei genitori in vecchiaia, nella sua casa di Merano.
La facciata dell’attuale Liceo Giovanni Prati a Trento, già I.R. Ginnasio.
Un’istantanea di allievi del Ginnasio in posa «plastica» (Foto: Archivio Liceo Prati)
Lapide conservata nel municipio di Rovereto a ricordo della votazione con cui il Consiglio Comunale respinse la «insidiosa» proposta del governo di ospitare a Rovereto l’istituenda università italiana, anziché a Trieste, come da più parti «concordemente» auspicato.
Il Ginnasio
Questa progressiva separazione, amministrativa ma anche fisica, delle due istituzioni scolastiche, aveva il chiaro intento di impartire ai futuri quadri dirigenti una formazione più consona all’impostazione sempre più austriaca dell’impero. Anche per questo fu spesso occasione di accesi contrasti fra i rispettivi allievi. La scelta di frequentare questa sezione non deve stupire. Il padre di Albert, che peraltro era uno dei docenti del Ginnasio, era sì di madrelingua italiana, e come si è visto profondo cultore di questa lingua. Ma conosceva molto bene il tedesco, che era pure la lingua madre della mamma di Albert, originaria di Wilten.
Il ragazzo quindi parlava correntemente entrambe le lingue. D’altra parte la scelta rispondeva a una precisa strategia, in vista di un futuro impiego nella pubblica amministrazione, o anche solo per gli studi universitari.
Non va infatti dimenticato che, dopo il passaggio del Veneto al Regno d’Italia nel 1866, non fu più consentito ai giovani trentini di frequentare l’Università di Padova, o altre università in Italia, né d’altra parte esistevano atenei di lingua italiana nell’Impero.Anzi, l’istituzione di una università italiana a Trieste sarà argomento di ripetute rivendicazioni da parte delle popolazioni italiane, e di altrettante tergiversazioni del governo centrale, nelle quali fu coinvolta anche la città di Rovereto (si veda il riquadro qui a fianco). Tali contrasti sfoceranno talora in veri e propri disordini, come quelli seguiti all’inaugurazione di una facoltà di giurisprudenza in lingua italiana all’Università Innsbruck il 3 novembre 1904, che portarono all’arresto, per qualche giorno, di 136 studenti italiani (fra i quali Cesare Battisti e Alcide de Gasperi).
I programmi, i metodi e persino i moduli dell’amministrazione della sezione tedesca del Ginnasio erano assolutamente allineati con quelli delle analoghe scuole dell’Impero, per cui non dev’esser stato difficile per il giovane Albert, dopo cinque anni frequentati a Trento, inserirsi nel Ginnasio di Innsbruck nell’anno scolastico 1889/1900, quando l’intera famiglia vi si traferì a seguito della promozione del padre a ispettore scolastico del Tirolo. La serie delle «pagelle» del giovane Albert nelle successive classi del Ginnasio presenta una assoluta continuità: non solo i «moduli» sono caratterizzati dagli stessi standard, ulteriore conferma della omologazione fra gli Istituti, ma anche il rendimento risulta negli anni sempre decisamente positivo.
La facciata della sede storica dell’Università di Innsbruck
Albert Defant con al sua futura sposa, Mimi Krepper, a Innsbruck nel luglio 1906 (per gentile concessione della Famiglia Defant).
L’Università a Innsbruck
Nel 1902 Albert si iscrive all’Università di Innsbruck dove frequenta l’Istituto di Fisica cosmica: un istituto relativamente «giovane» costituito solo nel 1890.
A guidarlo nel 1993 era stato chiamato da Vienna come professore ordinario sulla cattedra di fisica cosmica, Joseph Maria Pernter. Questo studioso, originario di Egna in Alto Adige, si era e formato in fisica a Vienna, dove aveva conseguito il dottorato con il prof. Josef Stefan, e poi l’abilitazione alla docenza in meteorologia. La permanenza di Pernter a Innsbruck è breve: nel 1897 viene chiamato di nuovo all’Università di Vienna come professore ordinario di fisica terrestre, e contemporaneamente nominato direttore dell'Istituto Centrale di Meteorologia e Geomagnetismo (ZAMG), come successore del famoso meteorologo Julius von Hann.
Albert ritroverà questo Direttore quando nel 1907 verrà assunto come ricercatore allo ZAMG. Intanto Albert a Innsbruck studia matematica, fisica e geofisica. Qui incontra studiosi di notevole livello, come il direttore dell’istituto, il prof. Wilhelm Trabert: arrivato a Innsbruck nel 1902 sulla cattedra di fisica cosmica, Trabert sarà chiamato a sua volta a Vienna nel 1908 come successore di Pernter, sia come professore all’Università che alla direzione dello ZAMG. Così ancora una volta Albert troverà come suo Direttore una personalità familiare.
All’università Albert dimostra di essere molto accurato e paziente nell’analisi dei dati da misure di campo, ma acquisisce anche un’eccellente conoscenza dei metodi matematici e delle basi fisiche dei fenomeni. Dopo la laurea, prosegue gli studi nel settore della meteorologia, e nel 1906 consegue il dottorato “con distinzione” presso lo stesso Istituto con una tesi sulla distribuzione statistica delle dimensioni delle gocce di pioggia. Nel 1907 consegue anche l’abilitazione all’insegnamento della matematica e della fisica nelle scuole.
La sede storica del Servizio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Vienna
Il frontespizio della prima edizione della monografiaWeter undWettervorhersage
Il prof. Felix Maria von Exner
Al Servizio Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Vienna
Nel 1907 si trasferisce a Vienna per lavorare all’I. R. Servizio Centrale di Meteorologia e Geodinamica (Zentralanstalt für Meteorologie und Geodynamik, ZAMG), cioè il servizio meteorologico nazionale.
Entrato nel 1907 come assistente, dal 1909 diventa capo del dipartimento di meteorologia, e dal 1911 al 1918 è “ricercatore senior” (adjunkt). Qui trova un ambiente molto stimolante: è un momento in cui la meteorologia austriaca è al suo apice, e molti eccellenti scienziati dell’atmosfera lavorano proprio a Vienna.
Nel 1909 consegue anche l’abilitazione alla docenza all’Università di Vienna. Anche qui entra in contatto con personalità di prim‘ordine, come il prof. Felix Maria von Exner, professore di fisica cosmica a Innsbruck nel 1910, ma dal 1917 professore di fisica terrestre a Vienna e Direttore dello ZAMG.
In questi suoi primi anni a Vienna la fisica dell’atmosfera è al centro dei suoi interessi. Si concentra soprattutto sui processi a scala regionale, come i sistemi di venti orografici (come il foehn), le onde orografiche, i temporali, le proprietà della radiazione solare nelle aree montane, la densità della neve nelle Alpi.Questi interessi traspaiono anche dagli articoli scientifici – circa venti - pubblicati in questi anni.
La sua attività scientifica nel campo della meteorologia è coronata dalla pubblicazione nel 1918 del suo primo libro “Il tempo atmosferico e la sua previsione” (Wetter und Wettervorhesage) accolto con grande successo, come attesta la sua ristampa nel 1926.